sabato 17 settembre 2016

All'Aeroporto di Bologna una mostra dedicata a Guglielmo Marconi


Per alcuni mesi un'originale mostra di oggetti appartenuti a Guglielmo Marconi, bolognese, Premio Nobel per la fisica, o da lui prodotti nella sua veste di imprenditore, sarà esposta nella Lounge al primo piano dell'Aeroporto di Bologna, che 40 anni fa decise di intitolare lo scalo al geniale padre della moderna comunicazione, che tutto il mondo stima e c'invidia.
Gli oggetti esposti sono stati messi a disposizione dal Museo della Comunicazione “G. Pelagalli”, classificato Patrimonio UNESCO della Cultura
La mostra inaugurata lo scorso agosto da Enrico Postacchini, presidente dell'Aeroporto di Bologna, e da Giovanni Pelagalli, fondatore del Museo della Comunicazione, è visitabile tutti i giorni con ingresso libero e gratuito.
La città di Bologna non si vanta spesso di questo geniale inventore ed imprenditore ammirato ed apprezzato in tutto il mondo, che qui è nato, nell'abitazione di campagna - Villa Griffone di Pontecchio - ha fatto la sua prima scoperta e qui ha voluto essere sepolto.
Felice la scelta di intitolare a Guglielmo Marconi l'Aeroporto di Bologna, classificato oggi come aeroporto strategico nell'area Centro-Nord, è il settimo aeroporto italiano per numero di passeggeri (quasi 7 milioni nel 2015 di cui il 75% su voli internazionali) ed il quarto in Italia per connettività mondiale.


Sono esposti nella mostra:
un radio-ricevitore originale “Marconi” modello V 1, costruito in Inghilterra nel 1923, ed un diffusore acustico “Marconi”, detto “a manica di camicia”;
un radioricevitore originale “Marconi”, detto “treno di Marconi”, costruito dalla “Marconi Canada” negli anni 1910-'20, costituito da tre pezzi separati, raccolti e uniti in un unico pezzo da “” maschera in bachelite nera;
un tasto telegrafico originale “Marconi” di inizio '900;
una cuffia radiofonica originale “Marconi” anni '20;
due scatole di cartone anni 1920-'30 per “Valvole Marconi”;
due valvole originali “Marconi”anni 1920-'30 montate su zoccoletti in legno.
Nei prossimi mesi gli oggetti saranno sostituiti con altri, sempre provenienti dal Museo “G.Pelagalli”, che con 12 settori museali e oltre duemila pezzi, ripercorre 250 anni di storia della comunicazione radio-video-audio-bit-musicale. Clara Cremonini